Il laser contro le malattie venose croniche, come le “ragnatele” blu dei capillari sulle gambe.

Un problema estetico per le donne, una serie di patologie vascolari da non sottovalutare per lo specialista in flebologia, che studia e cura l’insufficienza venosa, una condizione in cui il flusso di sangue attraverso le vene è inadeguato, causando un ridotto ritorno di sangue verso il cuore, e il suo ristagno negli arti inferiori.

Ma ora un nuovo sistema di trattamento per mezzo del laser endoperivenoso e transdermico, con emissione duale di luce visibile ed infrarossa, permette di curare queste patologie e risolvere un inestetismo che affligge numerose donne.

E la stagione invernale è il periodo dell’anno più idoneo e consigliato per sottoporsi alla laser chirurgia per la cura dell’insufficienza venosa.

Per l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), nell’85% dei casi di malattia venosa cronica esiste una predisposizione familiare.

La patologia colpisce maggiormente la popolazione occidentale e i pazienti di sesso femminile (con un rapporto femmine/maschi di 3 a 1). Secondo le ultime indagini epidemiologiche, si stima che in Italia colpisca il 7-35% degli uomini fra i 35-40 anni e il 15-55% di quelli oltre i 60 anni, il 20-60% delle donne fra i 35-40 anni e il 40-78% delle pazienti oltre i 60 anni.

 

Uno studio del Medical Centre dell’Università di Chicago (USA) elenca i principali fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza della malattia o ne causano un peggioramento: obesità, gravidanza; ritenzione idrica; tumore; debolezza muscolare, lesioni alle gambe o traumi; storia familiare di insufficienza venosa; l’inattività (in posizione seduta o in piedi per lunghi periodi di tempo) può causare l’alta pressione sanguigna nelle gambe e aumentare il rischio.

 

La letteratura scientifica evidenzia che l’insufficienza venosa si presenta negli arti inferiori con una serie di sintomi e manifestazioni.

I segni clinici dell’insufficienza venosa sono descritti in una classificazione internazionale (CEAP) in ordine crescente, a seconda della gravità, da 0 a 6:

  • C1: teleangectasie, cioè la dilatazione dei piccoli vasi superficiali, come i capillari alle gambe;
  • C2: vene varicose;
  • C3: caviglie gonfie e/o gambe gonfie (edema);
  • C4: ispessimento della pelle sulle gambe o sulle caviglie;
  • C4: pelle che cambia colore e si scurisce (soprattutto intorno alle caviglie);
  • C5: atrofia bianca, in cui compare un’area biancastra e atrofica circoscritta, circolare, e circondata da capillari dilatati. Spesso questo tipo di lesione si ritrova proprio in corrispondenza di una pregressa ulcera che sta per riaprirsi;
  • C6: ulcere della gamba.

Alle manifestazioni si possono associare i sintomi:

  • dolore alle gambe che si allevia quando si alzano le gambe;
  • gambe pesanti;
  • bruciore;
  • crampi notturni alle gambe;
  • formicolii senso di debolezza alle gambe.

Per la diagnosi, oltre all’anamnesi e all’esame obiettivo del paziente durante la visita flebologica, è necessario che lo specialista esegua un ecocolordoppler per un corretto inquadramento dell’estensione e della causa del problema.

Per le cure, le opzioni di trattamento dipendono da qual è la causa della malattia venosa cronica e dal quadro clinico generale del paziente.

In regime ambulatoriale, lo specialista flebologo, a seconda dell’estensione e della severità della patologia, potrebbe proporre trattamenti di tipo conservativo (prescrivendo farmaci e integratori flebotonici e calze elastiche compressive) o più invasivi: scleroterapia e laser chirurgia con una innovativa combinazione di un laser a diodi transdermico con doppia lunghezza d’onda 532nm e 940 nm.

 

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